Ammissioni e licenziamenti
Il 33,1 per cento dei civilisti ammessi nel 2019 aveva già svolto la scuola reclute. Al momento di presentare la domanda di ammissione questi civilisti erano già stati incorporati nelle formazioni dell’esercito come militari istruiti (2018: 36,5 %). Poiché il numero di civilisti che ha fatto domanda di ammissione durante la scuola reclute è rimasto costante (2018: 14,6 %), per la prima volta oltre la metà dei civilisti ha presentato domanda prima ancora della scuola reclute (2018: 48,9 %).
Con la revisione della legge sul servizio civile il numero di ammissioni dovrebbe diminuire in modo sostanziale. In particolare, il Consiglio federale intende limitare fortemente il passaggio al servizio civile dopo la scuola reclute. Coloro che non possono prestare servizio militare per un conflitto di coscienza devono maturare questa decisione tempestivamente e non far gravare sullo Stato e sulla collettività i costi della formazione militare. Dato però che un conflitto di coscienza può sorgere anche dopo aver svolto una parte del servizio militare, il diritto al servizio civile sostitutivo deve essere garantito. Per questo l’ammissione al servizio civile rimane possibile per l’intera durata del servizio militare, anche se a partire da un certo momento vengono posti requisiti più severi per quanto riguarda la prova dell’atto.
Momento di presentazione della domanda nel 2019
Ammissioni
I civilisti svolgono tutti i giorni di servizio civile previsti: 4394 civilisti dei 4445 civilisti che sono stati licenziati in maniera ordinaria il 1° gennaio 2020 avevano effettivamente prestato tutti i giorni di servizio (2018: 98,2 %). Ciò dimostra che l’Ufficio federale del servizio civile svolge il proprio mandato in modo efficace. Nel 2019 Il numero di ammissioni, che ammontava a 6088, è diminuito dell’1,9 per cento (2018: calo dell’8,5 %, ossia 6205 ammissioni).
Il 31 dicembre 2019 si registravano in totale 52 983 civilisti (2018: 50 878). I civilisti vengono incoraggiati a svolgere i giorni di servizio il più presto possibile, e questo approccio porta i suoi frutti: alla fine del 2019, circa la metà (26 118) dei civilisti, ossia il 49,3 per cento (2018: 47,4 %), aveva prestato tutti i giorni di servizio. Questi civilisti rimangono comunque soggetti all’obbligo di prestare servizio civile fino al licenziamento per poter essere chiamati in servizio d’appoggio in caso di catastrofi o situazioni di emergenza.